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24/09/2023 – Tsumago

Ci svegliamo presto, oggi la giornata sarà lunga.

Facciamo la consueta colazione orrenda dal Donuts in convenzionato con l’hote, checkout e andiamo in stazione.

Prendiamo il treno diretto che va a Nagiso e da qui un taxi per arrivare al nostro Ryokan Hanaya, dove ci danno la camera e lasciamo le valige. Siamo a Otsumago immersi nella splendida valle di Kiso e da cui passava il Nakasendo, una delle strade che collegava Edo con Kyoto. Anche il nostro Ryokan appartiene a quell’epoca, almeno così recita un cartello dentro alla struttura.

Del Nakasendo rimane poco, una sua parte è quella che esploreremo oggi. Il sentiero passa proprio dietro il Ryokan e mediante questo arriviamo a Tsumago.

La città è carinissima, è rimasta ai tempi dell’epoca di Edo e moltissimi edifici sono stati recuperarti. Facciamo un breve giro per la città, quindi andiamo a prendere l’autobus per Magone.

Arriviamo dopo circa 20 minuti, scendiamo all’ultima fermata Elementary school. Magone non ha il fascino di Tsumago, ma ha una bellissima vista.

Mangiano al volo, io una ciotola di riso con un uovo crudo dentro, Leila uno spiedino di riso grigliati e uno di carne.

Siamo pronti a partire, fare i 7km del sentiero da Magone a Tsumago.

A differenza di quello che ho detto nel 2006 dove però ne avevo fatto solo una parte il sentiero è molto bello. Cascate, panorami e foreste di bambù, si sente in continuazione acqua scrosciare da tutte le parti, il verde non manca.

Tra foto, siate e deviazioni arriviamo di nuovo a Tsumago dopo circa due ore abbondanti, sono quasi le 17:00 e vediamo la cittadina svuotata dai turisti. Purtroppo però anche i negozi stanno chiudendo, quindi sembra quasi una Ghost Town medievale.

Ritorniamo al Ryokan e dopo una rapida doccia andiamo alla cena servita da loro alle 18:00.

Non elenco i piatti, ci sono tantissime micro portate e spesso non so cosa sto mangiando. Sono tranquillo, qui gli occidentali passano spesso e conoscono i vegetariani. Leila ha anche preso sashimi di trota rossa. Io prendo una birra, Leila sakè.

Dopo cena ci acconodiamo per un po’ fuori, dopo settimane di calore qui è fresco. C’è un dondolo e un telescopio, ma quest’ultimo non sembra funzionare molto.

Torniamo in camera, spostiamo la tavola e adottiamo i futon. Dentro al Ryokan c’è anche un piccolo Onsen di cui approfitto. C’è solo la vasca calda, ma c’è la consueta doccia e alterno con secchiate di acqua gelida. Sono da solo, quindi ne la godo proprio.

Torno in camera e siamo pronti per la notte.

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