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09/12/2017 – Great Ocean Road

Siccome dobbiamo andare alla reception a pagare la notte, visto che ieri era tardi ed era chiusa, la prendiamo comoda. 

I campeggi qui chiudono presto però c’è sempre un campanello o un modo per contattare il gestore. Delle volte fai tutto, delle volte ti danno una piazzola e paghi l’indomani. 

Colazione con… pane e uova, poi si parte con molto comodo. Ci fermiamo all’ufficio turismo dove ci dicono l’itinerario migliore per passare dal Grampian all’Ocean road. 

Prima tappa il lago Belfield, al lato di Halle Gap. È la riserva idrica della città, posta dentro a quello che sembra essere un cratere, ma soprattutto è il lago che vedevano dal Boreang lookout ieri. 

Proseguiamo versò sud per la Turist road, ma alla congiunzione con la Victoria Valley road prendiamo questa, come suggerito dal centro informazioni. 

Chi fermiamo quasi subito ad un lookout, il Mirranatwa Gap, dove c’è un a vista non particolarmente interessante.

 

Scesi dalla montagna ci si trova dentro alla bellissima Victoria Valley con le terre divise tra innumerevoli fattorie. Il posto è un paradiso, ma ti chiedi come fanno queste persone a fare rifornimento, forse vanno a Hamilton, ma sono 30km.

 

 

Usciti dalla valle arriviamo alla città di Dunkeld dove ci fermiamo a pendere caffè e Flat White e, per pranzo,  un Beef pie e Krosty di patate.

 

 

Direttii verso sud arriviamo dopo un’ora circa all’imbocco della Great Ocean Road,  catalizzatore del turismo del sud est australiano. 

A Port Fairy c’è un ottimo centro del turismo dove ci danno indicazioni e mappe per fruire del percorso al meglio, quindi iniziamo il nostro tour a pochi chilometri presso Tower Hill.

Questa è una riserva dove è possibile passeggiare e vedere animali tra cui anche koala. La tappa richiederebbe parecchie ore, noi facciamo solo una breve sosta con solo un paio di camminate.

Dopo qualche ora si arriva nel vivo della GOR. Sulla strada ci sono vari lookout dove fermarsi. Il nostro primo è Bay of Martyrs, dove parecchie scogliere svettano da mare. Il meteo non è dei migliori, sole neanche a parlarne, però il mare è mosso e la forza delle sue onde compensa lo spettacolo. 

 

Passiamo a The Grotto, dove si arriva scendendo delle scale ad una scogliera a forma di arco con una sorta di pozza dietro. 

Tappa poi al London Bridge, una scogliera a forma di ponte, ma nulla a che vedere con il monumento inglese. 

 

Sosta all’imponente The Arch, il nome lo descrive da solo. 

Passiamo poi la città di Port Campbell, niente di interessante e la attraversiamo velocemente. 

Il Loch Ard Gorge sono una serie di percorsi che portano a vari punti di scogliere, ne vediamo un paio, ma il sole sta scendendo e il tempo inizia a scadere. 

Arriviamo infine ai Twelve Apostles, prezzo forte e calamità di quasi tutti i visitatori. Ci eravamo ripromessi di arrivare per il tramonto e ci siamo riusciti. Il tempo poi è migliorato e forse qualche cosa riusciremo a vederla. Purtroppo però c’è una folla incredibile, ci sono foto di gruppo, bastoni per selfie e la confusione e talmente tanta che godersi il posto è impossibile. Aspettiamo circa 20 minuti, il vento è freddo e forte, ma le nuvole che nascondono il sole non toccano il mare è supponiamo che farà capolino. La pazienza viene premiata dandoci ragione e per qualche minuto abbiamo un tramonto in piena regola. 

Appena la luce inizia a calare scappiamo, non abbiamo ancora un posto per la notte. Arriviamo a Apostles Camping Park, che ovviamente è chiuso. C’è un numero di telefono da chiamare, ma non sappiamo il prefisso australiano. Leila prova a chiedere al ristorante di fronte dove molto gentilmente  chiamano il titolare del campeggio. Questi ci offre la piazzola unpowered e ci sistemiamo e facciamo una doccia. 

Cena con riso Teriaki e aglio, una “delizia” in busta e scaldata al microonde della cucina. Insomma….

I bagni hanno un codice, ma quello degli uomini non funziona, lavo i denti nel lavandino di Travis, un ultimo sguardo alle meravigliose stelle e … buona notte!

 

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