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Ci alziamo molto presto, colazione già alle 6:30 all’apertura e rigorosamente giapponese, tanto c’è solo questa. Be, vero che qui la roba è di qualità quindi si possono fare esplorazioni.

Oggi niente treno, prendiamo l’autobus perché la rotta verso Takayama passa dalle montagne, mentre il treno ci gira intorno arrivando tardissimo.

Arrivati lasciamo le valige al Country Hotel, ma la camera alle 10 non ce la danno salvo pagare una ammenda.

Passiamo dall’ente turismo che ci da un itinerario pronto per la visita, ma a Leila questo non piace e poco dopo seguiamo il flow (ovvero andiamo a caso). Vediamo comunque parecchie cose lungo le strade tipo case antiche e santuari.

Pranzo da Eibisu trovato a caso con soba vegetariana con funghi, noodles fatti a mano, spinaci e una non precisata schiuma bianca. Leila prende una soba con funghi e altro, ma brodo di maiale. Veramente molto buone. Da bere Leila prende l’acqua di cottura dei noodles allungata con il brodo della sua soba, non ci si scommette, ma è buono.

Proseguiamo verso il quartiere Sanmachi nella città vecchia. Arriviamo quindi alla ironica via di Takayama, ma è talmente affollata da non essere fruibile. Dal fondo pullman scaricano centinaia di turisti che saturano la capienza. È vero, sono un turista anche io, ma è irritante vedere che la maggior parte degli altri nemmeno si guarda intorno.

Andiamo al nostro hotel per il check-in, quindi usciamo per andare di fronte alla fermata dell’autobus. Destinazione il villaggio storico di Hida.

Tips: si può acquistare un biglietto combo comprensivo di andata e ritorno più ingresso.

Appena arrivati sembra una Disneyland dei poveri in salsa nipponica, ma il giudizio è sicuramente affrettato. Sono case del 1800 che sono state portate dentro al parco e ricostruite. Si può quindi esplorarle dentro e rendersi conto di come si viveva all’epoca. Alla fine due ore di visita volano via tanto che rischiamo di perdere l’ultimo autobus.

Ritornati facciamo un breve salto in hotel per un cambio io vestiti, da questa mattina piove dieci minuti ogni due ore.

Torniamo in centro e ci fermiamo in un posto che vende birre artigianali: io prendo una IPA, Leila una nera. Ordiniamo delle patate fritte e delle specie di taccole locali molto buone.

Ritorniamo al quartiere Sanmachi per fare la ironica e classica foto notturna, ma scopriamo con disappunto che è pochissimo illuminata. Facciamo un paio di tentativi con il treppiede, poi a casa si vedrà.

Ritorniamo all’hotel e … sono ben le 22:00, le strade vuote, quindi andiamo a dormire.