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18/09/2023 – Iya Valley

Sveglia presto e colazione sempre da Little Mairmade in stazione uguale a ieri. Il nostro treno parte alle 8:01 con destinazione Oboke.

Oggi sarà un giorno un po’ diverso, andremo a visitare la Iya Valley. Per farlo c’è qualche autobus, ma ci vogliono giorni, C’è anche l’opzione taxi che ti porta in giro tutto il giorno. Non è sicuramente la più economica, ma quantomeno in una giornata di da tutto.

Alla stazione ci aspetta Hideka che ci accompagnerà per tutti il giorno.

Come prima tappa ci porta in un punto panoramico che spiega il nome della valle: c’è una forma molto simile a quella di Horseshoe che vedemmo negli USA e che ricorda un ferro di cavallo. Questa forma ricorda anche la HI in Hiragana e da qui il nome di Iya.

La seconda tappa e la statua di Pipi Boy, ovvero il bimbo che fa pipì come in Belgio, ma qui è in cima ad una rupe.

Passiamo poi al Vine Bridge dove si attraversa un ponte fatto di rami intrecciati. È alto e ballonzola un po’, ma non fa particolarmente paura. Basta solo stare attenti a dove di mettono i piedi perché le assi sono distanziate. Non lontano del ponte, uscendo e proseguendo a sinistra, c’è una cascata vicino che merita una tappa.

Dopo Hideki ci porta all’ Ochi Village. A prima vista sembra un villaggio moderno, ma dopo avere letto la didascalia e osservato meglio si vedono case più antiche. Il cartello le data addirittura in epoca Edo, quindi almeno 150 anni indietro.

A questi punto la cosa si fa bizzarra: arriviamo ad un villaggio dove troviamo spaventapasseri al posto di abitanti. Una signora qualche anno fa ha iniziato e poi la cosa ha preso piede. In quel villaggio oggi ci sono 27 abitanti e 300 pupazzi. Dentro alla scuola c’è una intera sala affollata in occasione di un matrimonio: tutti pupazzi ovviamente.

Altra tappa è il Double. Vine Bridge, emulo di quello della mattina, ma con due ponti. Non male anche il panorama, forse merita più dell’altro.

Hideki ci chiede se abbiamo fame e ci fa entrare in un ristorante dove ci fanno dei soba con noodles e serva carne. Io un po’ di Dashi lo sento, ma riempio di peperoncino e incrocio le dita.

Dopo pranzo ultima tappa, ci porta ad una crociera sul fiume della Iya Valley. Entriamo di corsa per prendere la corsa che stanno preparando serva troppa attenzione. A bordo ci fanno un salvagente da allacciare un vita. La barca parte poco dopo ad una velocità di uomo con deambulatore, mentre il capitano da spiegazioni in giapponese con una voce da autoscontro al luna park. 30 minuti di noia mortale, magri capendo il giapponese avrebbe avuto più senso.

Tornati, come da accordi, Hideka ci porta all’hotel 4 Stay nella vicina città di Awa Ikeda. Questo hotel è un Ryoan, ovvero un albergo tradizionale con i futon a terra sui tatami.

È pomeriggio inoltrato, quindi prendiamo labbra immediatamente. Usciti a fare un giro, ma non troviamo niente di aperto per un aperitivo.

Entriamo in un locale e accampano scuse per

le poche scene vegetariane. Possiamo in un altro dove un cartello ci dissuade ad entrare. Sulla via della galleria, che c’è pure qua, ci fermiamo da Tsukushi, dice non possiamo inglese, ma avevi sono molti gentili. Leila prende una frittata con verdure e io la versione uguale, ma con aggiunta di noodles. Due birre per me, due sake per Leila.

Facciamo due passi, ma sono già le 21:00 e qui e ora di dormire.

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