Sveglia e colazione a Pak Beng al ristorante della guest house che prepara anche dei panini take away. Alle 8:00 siamo sulla barca che ci porterà alla frontiera con la Thailandia. L’agenzia ci ha preannunciato che non arriveremo in tempo e che quindi ci dovremo fermare una notte a Houay Xay, il lato laotiano della frontiera.
Il giro in barca è più o meno come il giorno precedente, con la differenza che più ci si avvicina al confine della Thailandia e più ci sono villaggi vivaci.
Rifarei questo giro di due giorni? Sicuramente sì. Non è stato animato dalla vita rurale e del fiume come mi aspettavo, ma i paesaggi sono stati davvero unici.
Abbiamo avuto il tempo di conoscere della gente, sentire le loro storie: i ragazzi svizzeri che hanno lasciato il lavoro per andare quattro mesi in Asia, varie coppie di pensionati che spendono molto tempo a viaggiare e tante altre ancora.
Siamo arrivati alle 17:40 al confine, in tempo per varcarlo (la dogana chiude alle 18:00), ma abbiamo preferito passare una ultima notte nel magico Laos.
Presa la camera all’albergo siamo andati a cena in un ristorante familiare. Il menù era un po’ ridotto, ma veramente familiare, nel senso che tutta la famiglia collaborava all’andamento del ristorante. Leila ha preso un pollo biologico intero, io delle verdure e riso, due birre Lao, un Mojijito fatto con il wiskey laotiano e un caffè Laos style. Posso dire che è stato il migliore pasto del Laos, seguito dalla zuppa di noodles della stazione degli autobus di Pakse. Finalmente poi ho scoperto cosa è questo Caffè Laos style: caffè forte più una sorta di latte condensato (è una pappetta, non liofilizzato) che si fa sciogliere dentro. A vederlo fa schifo, ma il sapore finale è buonissimo.
Domani saluteremo il Laos per tornare in Thailandia, il tempo corre veloce, troppo veloce.
Sabaidee e Kop chai.