Mi sveglio alle 4:30, mi cambio e mi presento all’onsen in terrazza. Il sole sta per sorgere e c’è una magnifica vista sul lago.
Rimango in acqua per circa un’ora, passo dalla terrazza per un saluto al Fuji, poi torno in camera, ma il sonno è andato. Leila si sveglia alle 7:00 per la colazione.
A sorpresa scopriamo che è una colazione giapponese non a buffet, ci sono tanti piccoli piatti di cose. Io posso mangiare poco, ma i camerieri mi fanno dei cambi.
Più tardi usciamo e prendiamo il bus per arrivare ad un punto panoramico in cui si vede bene il Fuji. C’è anche un orto botanico con tanti fiori e si riescono a fare delle belle foto con lo sfondo del Fuji.
Prendiamo un caffè e Leila aggiunge un gelato ai mirtilli, dice che è buono come in Italia.
Prendiamo il bus e arriviamo in stazione dove cambiano la linea russa con la blu. Ci porterà a visitare 3 caverne: Wind, ice e Bat. Partiamo dalla Wind, è interessante per vedere i cunicoli scavati dalla lava e che rimangono poi vuoti. Alcuni passaggi sono molto bassi. Si vede in 15 minuti.
Camminiamo 20 minuti e arriviamo alla Ice cave. Sembra un clone della precedente dive peraltro c’era già ghiaccio. Qui un po’ di più, ma niente di che. Fuori ci sono fotografie di formazioni ghiacciate che non abbiano visto, abbiano pensato che fossero d’inverno con temperature più rigide.
Tornati alla Wind cave entriamo nella foresta di Aokigahara. Qualcuno l’avrà sentita nominare, per cui non mi soffermo, ma l’atmosfera dentro è veramente surreale: non c’è nessuno rumore. Gli uccelli non ci sono e uno antico strato di leva attutisce il passo. Io ero a disagio, Leila ipnotizzata, una situazione paradossale. Vabbè, sapendo la storia di questa foresta magari ci facciamo influenzare.
Usciti facciano un paio di fermate di Green Line per visitare l’ultima caverna lavica, la Bat cave. Questa ha passaggi veramente bassi e difatti il casco è obbligatorio. Un giro veloce, poco interessante e di pipistrelli non ne abbiamo visti nemmeno uno.
TIPS: dentro alle caverne c’è scritto che ci sono dai zero ai tre gradi. Sarà, ma ci si muove e quindi con maglietta e una maglia di cotone sopra non si ha freddo.
Riprendiamo la Green Line che fa un giro assurdo per tornare in stazione. Passa però da un lago vicino al Kawaguchiko offrendo un bel panorama. Sono le 17, il Giappone chiude quindi non ci fermiamo.
Torniamo all’hotel per un rapido cambio e andiamo a cena. La sera è un gradevole freschino e quindi prendiamo le giacche. Dopo un mese di caldo fa anche piacere.
Raggiungiamo il ristorante Tempura, ci registriamo e attendiamo per una mezz’oretta. Al tavolo al bancone prendo una zuppa di Udon con tempura di verdure e Leila una tempura di pesce e verdure con dei pollo. Un paio di birrette e sakè come da programma. Tutti molto buono.
Torniamo all’hotel e facciamo l’ultimo Onsen, io torno al piano di sotto dove per quasi tutto il tempo sono da solo. Spettacolare!
Tempo di dormire, domani si riparte.