Ci alziamo alle 7:30, due ore prima del treno, ma la signora della colazione sbaracca improrogabilmente alle 8:30. Anche oggi un misto allucinante, compresi degli Udon dentro alla zuppa di miso, una cosa forse impensabile, ma il mio stomaco non ci fa più caso.
Dopo due treni arriviamo a Shin Kobe e da qui con la metro al quartiere Sannomiya di Kobe, dove, per puro caso, abbiano prenotato l’hotel in zona centralissima.
Kobe da immediatamente l’idea di essere una città gigantesca e moderna, non proprio nella rotta turistica, ma cosa ci facciano qui? Lo vediamo dopo…
Dopo avere lasciato i bagagli ci fermiamo in un forno dove prendo un fagottino al curry e un croissant, entrambi buoni. Inizio a fare scorta di cibo, ma il motivo lo vediamo dopo …
Decidiamo di prendere i biglietti per la loop line che pasda vicino a molte attrazioni turistiche. La città è troppo impegnativa da girare a piedi.
Facciamo un giro quasi completo dove vediamo il quartiere europeo. Si visitano alcune case, ma pare avere poco senso per un europeo.
Scendiamo al porto dove facciamo un giro. Scattiamo qualche foto a Be Kobe come tutti, poi risaliamo sul bus e scendiamo a Chinatown. Qui ci sono decine di negozi che vendono cibo da strada. Mangiano una buona crocchetta fritta che contiene farina di mais. Il quartiere non è molto grande e ce la caviamo con una mezz’oretta.
Per terminare la visita della città ci manca solo il giardino e la funicolare, ma è tardi e sembra stia per arrivare una tempesta, quindi torniamo all’hotel per il check-in.
Usciamo dopo poco per andare a cercare dei negozi di cosmetici, Leila vuole comperarne alcuni. Al negozio le commesse si sbalordiscono della lista e danno a Leila i prodotti che cerca.
Dopo avere lasciato i prodotti in hotel andiamo vicino da Muriya, un ristorante al terzo piano dove fanno la famosissima in tutto il mondo carne di Kobe. Perché il motivo di questa tappa è proprio questo, provare questa carne. O meglio, io guardo Leila farlo.
Ordiniamo due menu completo con due tipi di carne diversi: il round steak e un sirloin di più alta qualità. Leila potrebbe un sakè, io una birra. Davanti a noi uno chef ci cuoce la carne espressamente e quando chiede se vogliamo dividere confesso che sono vegetarianio e che è tutto per Leila. Sono tutti molto gentili e mi cambiano una zuppa di carne con una di miso.
Io mi mangio la maggiore parte delle verdure e riso e Leila si fa fuori la prima carne che lo chef cuoce un po’ alla volta. Leila dice che è buona, ha poco sapore, ma è molto tenera.
La seconda invece è ancora più tenera, ma più grassa. Leila è felice di averla provata, ma dice che non è una cosa che cercherebbe.
Usciti Leila deve smaltire una cosa come 300gr di carne, quindi facciamo una passeggiata. Arriviamo a Chinatown per vederla illuminata, i negozi sono tutti chiusi, ci sono delle lanterne nella piazzetta, ma niente di che.
Discutiamo se andare a vedere il porto illuminato, ma e una grande città e sarà lontanissimo. Con il navigatore scopriamo che è a meno di un chilometro e ci rendiamo conto della realtà: Kobe, almeno la zona turistica, non è veramente grande e gli autobus seguono trattorie ingannevoli.
Il porto è carino, c’è il consueto Be Kobe illuminato e qualche altra cosa, ma niente di eclatante.
Prima di rientrare in hotel ci fermiamo in un pub per due birre, abbiano visto che fanno una Hooegarden di colore rosa che Leila vuole provare. Io ne prenfo una normale. Come era prevedibile la rosa non è molto buona, probabilmente colorata con la granatina.
Facciamo un ultimo giro per tornare in hotel, sono circa le 23:00 e la notte è appannaggio di bar e ragazze che ti accompagnano dentro, come a Tokyo e altrove. Come poi si sviluppi la serata non lo sappiamo, ma qualche ipotesi la facciamo.
All’hotel offrono un dolce, un waffle con panna e frutta, non particolarmente buono, ma il dolce ci sta sempre bene. Rimaniamo un po’ al lounge e poi entriamo in camera per la notte.