Sveglia e colazione a buffet all’albergo. Mi faccio una colazione Thai, tanto per cambiare
Com’è Chiang Mai? Brutta!
Iniziamo il tour dei Wat, ovvero ciò che la città offre oltre ad essere una base per le escursioni di ogni tipo.Partiamo dai primi due visti ieri sera, che sembravano carini, sopratutto il secondo.
Si parte quindi con Wat Chediluang Varaviharn, un Wat molto grande e interessante.
Proprio di fianco c’è l’intimo Wat Phantao, molto tranquillo e riservato, dove si respira un’atmosfera completamente diversa dal precedente, sicuramente molto coinvolgente.
Com’è Chiang Mai? Brutta, ma riserva delle sorprese!
Proseguiamo con Wat Phra Singh Voramahavihara, il Wat principale della città, pieno di turisti da ogni parte del mondo, specialmente cinesi, proprio niente di che.
Poi giriamo intorno e vediamo un giardino ignorato da tutti. Attaccati agli alberi ci sono dei cartelli che riportano frasi che trattano argomenti di vita ed esistenza. Alcuni di questi lasciano letteralmente a bocca aperta. La visita al tempio merita solo per questa passeggiata.
Com’è Chiang Mai? Ha angoli interessanti!
Ci fermiamo per pranzo ad un ristorante vicino al Wat. E’ un posto per gente locale, difatti ci capiscono a malapena. Io vengo attirato dalla scritta Vegetarian Food. Dentro è una specie di self service, indichi le tue preferenze tra varie vivande e ti preparano un piatto. Prima di scegliere chiedo “Vegetarian?” e mi dicono di si. Prendo un riso con verdure e un Laad (così si chiamava
in Laos), ovvero straccetti di soia in coriandolo e serviti freddi. Inizio a mangiare il riso e trovo della carne, pffff… qui si venera il Bodhisattva e devo avere pazienza. Rimuovo tutto la carne che si mangia Leila. Lei invece è contenta del suo green curry di pollo. Terminato Leila vede del pollo fritto e lo va a prendere. Non si capisce bene con il tizio, le danno un pezzo da assaggiare e dice
che è pollo fritto ed è buono. Una signora del posto che parla bene inglese interviene e ci dice che non è vero, perchè in quel posto tutti i piatti sono vegetariani. Cosa? Sembra incredibile, ma questi riescono a fare delle cose con soia e tofu che sembrano carne. Usciti rileggo l’insegna che era chiara da subito “All vegetarian food”. Ottimo!
Com’è Chiang Mai? Se non altro si mangia bene!
Prima di ripartire con il tour dei Wat ci fermiamo in un caffè. Prendo la specialità del locale, un misto di the e caffè. Davvero imbevibile!
Ancora qualche Wat più o meno a caso, tiro fuori la guida e … sorpresa! La fortuna è dalla nostra. La via principale che stavamo seguendo a modi pallina di flipper dalla mattina la domenica dalle 16:00 si trasforma nella Sunday Market Street. I venditori iniziano a sistemare le bancarelle, la via viene chiusa al traffico e tutti si trasforma. Un’ora dopo la zona è un enorme mercato, ma la cosa meravigliosa è che non ci sono le solite cose ripetute all’infinito in vendita da tutti, ma articoli di artigianato, cose strane e tutto molto molto originale. Un tizio colora delle magliette bianche, quando passiamo sta facendo a mano libera delle righe perfettamente parallele. Ci sono altre fantasie e ti chiedi come ci riesca, se non lo avessi davanti agli occhi non ci crederei. C’è un artigiano che con le lattine ha fatto di tutto, da soprammobili a portafogli.
In mezzo a tutto questo ci sono anche decine di bancarelle che vendono cibo di ogni genere e forma.
Intorno alla via principale è possibile visionare anche qualche wat, più tranquillo e meno frequentato, ad esempio il Wat Dokkham.
Com’è Chiang Mai? Molto bella!
E’ dalla mattina che camminiamo e il mercato esaurisce le ultime energie. Ci fermiamo a mangiare in una bancarella che sul retro ha dei tavoli prendendo una omlette che contiene dei noodles alle verdure. Buonissima.
Un altro po’ di shopping, ma siamo così stanchi che ci fermiamo in un bar. Prendiamo una birra Chang grande in due, il tizio va e torna e dice che la grande non c’è, prendiamo due piccole. Il tizio va e torna e dice che sono le piccole a mancare, quindi riprendiamo la grande. Al tavolo arrivano due birre da un litro! Pazienza, anche la sete è tanta.
Passiamo quindi un paio di ore in questa terrazza a parlare e guardare la gente che passa. E’ talmente tanta che talvolta la fila si blocca e nessuno si muove di un millimetro per minuti. La serata però è meravigliosa e ringraziamo la fortuna di essere stati qui proprio di domenica.
Terminate le birre torna il tizio e ci lascia un’altra birra grande sul tavolo. Ci spiega che è Happy Hour, per cui è gratis. Ok, siamo al terzo giro, stanchi e abbiamo mangiato poco, in più la sveglia l’indomani sarà alle 4:00!
Finiamo il terzo litro e entriamo in strada, oramai la folla si è diradata.
Leila inizia il suo tour gastronomico con degli spiedini di ogni animale calpesti la terra, poi si ferma ad un banchetto per un suo vecchio pallino, esita, ma una signora probabilmente inglese la incita: “Se non provi le cose del posto cosa viaggi a fare?”. Così si ritrova un sacchetto pieno di insetti fritti in mano. Inizia ad assaggiarli, dice che sono strani, qualcuno buono, altri un po’ meno. Una voce in meno dalla lista delle cose da fare in vita.
Compriamo altre due cose al volo e io mi prendo un raviolo di chissà cosa, ma molto buono.
Com’è Chiang Mai? Grazie a tutte queste casualità l’ho trovata una città meravigliosa! Ci tornerei? Penso di no, ma grazie a Dio ci sono stato.
Arriviamo all’albergo tre ore dopo di quanto ci eravamo prefissi e domani dobbiamo prendere un aereo.
Subito a nanna!
Leila è riuscita ad identificare gli insetti che ha mangiato? Grilli? Cavallette? Bachi da seta? Vermi? Scorpioni?
Direi di si, ma preferisco non evocare ricordi …
🙂