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15/09/2013 – Marrakech

Voilà c’est fini!

Ultimo giorno a Marrakech, ma peggio ancora, ultimo giorno in Marocco. Come spenderlo bene in questa strana città?

Dopo colazione andiamo a prendere il biglietto per l’autobus turistico. Sono stato sempre molto snob in merito a questa scelta, ma devo dire che dalle ultime esperienze si sta dimostrando la migliore se hai poco tempo per vedere un posto. Fa un giro più o meno completo delle mete turistiche e ti permette di scendere e risalire tutto il giorno.

Visto che il giro dura solo un’ora decidiamo di farlo completo e decidere alla fine cosa vedere. Sono 18 fermate di puro niente! Il 95% dei posti sono grandi alberghi e centri commerciali, il restante è quasi tutto dentro alla medina e raggiungibile a piedi. Dato che però ti fermano ogni cinque metri, l’autobus ha il suo significato.

Per prima cosa andiamo a vedere i giardini della Menara. Da qui si vedono sullo sfondo le montagne dell’Atlante (non oggi) e si può passeggiare tra filari di ulivi. La storia è incredibile, e consta di un laghetto artificiale che attinge l’acqua della montagne a 30km e che serve, tramite un complesso sistema, ad irrigare il giardino. Bello saperlo, ma il colpo d’occhio complessivo non è proprio eccezionale. Se si ha un po’ di tempo da spendere è carino per vedere gli abitanti della città andare a fare i picnic.

Seconda meta è il palazzo Bahia, un palazzo del 19 secolo fastosamente decorato. Anche qui una visita si può fare se si ha tempo da spendere.

Dopo qualche giro intorno alla piazza centrale Leila è andata a fare un hammam, visto che qui il prezzo è più basso che  a casa. E’ tornata entusiasta, dice che una donnona l’ha lavata da testa a piedi togliendole interi strati di pelle (be’, la gita nel deserto avrà lasciato qualche postumo…). Dopo massaggi vari un trattamento al viso.

Ripartiti per la cena in piazza mi sono preso due Mss’mem alla cipolla, semplicemente fantastici. Non ho idea di quando potrò mangiare di nuovo questa delizia, per cui ho deciso di farci la cena. Mi raccomando, per chi viene in Magreb la prova è obbligatoria, non ve ne pentirete. Si trovano solo nei baracchini per strada la mattina (si mangiano a colazione) o la sera (per cena), sono cotti per cui non si rischiano malattie del viaggiatore. Almeno a me non è successo niente…

Arriviamo alla piazza e andiamo a visitare la moschea da fuori. Appena terminato però inizia a piovere. Entriamo in un caffè dove Leila prende una spremuta e io il mio ultimo the alla menta. Adesso piove forte, fuori è quasi una tempesta. Un cameriere, un ragazzino di vent’anni, non trattiene la gioia. L’acqua anche qua al nord, meno desertico di quanto visto fino ad ora, non deve comunque abbondare.

Qui le tempeste durano poco e dopo mezz’ora siamo di nuovo in strada. Andiamo a mangiare di nuovo ai baracchini nella piazza. Secondo me la scelta è obbligatoria: si mangia bene, si spende poco e sono molto gentili. Esperienza opposta per due the nei terrazzi sulla piazza il giorno prima.

Vuoi farti mancare l’ultima harira? La prendo anche io in memoria dei tempi perduti. Molto buona, ma quella del deserto è ancora in testa.

Leila prende degli spiedini di carne assortita, il rimango incuriosito da degli spiedini di verdure e li ordino. Il cameriere decide che devo prendere anche un contorno, ovvero una specie di crocchetta di patate, peperoni e melanzane grigliate, il pane è d’ufficio, insomma mi trovo con una seconda cena servita. Mangio tutto a fatica, ma è talmente buono che è un peccato sprecare e quando mi alzo barcollo.

Camminiamo alla ricerca degli ultimi souvenir, contenti di avere preso tutto precedentemente perché Marrakech, con i suoi prezzi, è il posto peggiore dove fare acquisti.

Ultimo sguardo alla piazza, un saluto e ci si gira verso il riad per preparare le valige.

Il viaggio è finito, purtroppo. E’ stato stancante nel fisico, ma la mente è rinata.

Siamo partiti per il Marocco come ripiego, poco convinti e quasi impreparati visto il poco tempo. E’ andato tutto bene, ma sopratutto siamo rimasti impressionati da questa incredibile terra. Abbiamo visto il deserto, le montagne, gente cordialissima e mangiato ottimo cibo. Il (risicato) budget è stato rispettato. Non si poteva sperare di meglio.

Torneremo? Non lo so, però mi rimane una grande curiosità: abbiamo visto pianure di sassi e tantissimi fiumi asciutti, nel quale l’acqua è solo un ricordo. Come sarebbe stato questo giro a primavera con le piogge e il disgelo?

Insha’Allah

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