Ci svegliamo presto perché dobbiamo consegnare la macchina a Marrakech entro le 12:00. Rapida colazione e lasciamo Essaouira.
Il viaggio è lungo circa due ore e mezza e arriviamo al riad che abbiamo prenotato la sera prima da internet. Chiamiamo l’autonoleggio e vengono a ritirare la macchina direttamente all’albergo.
Il nostro riad è nella medina, per cui siamo già in centro a Marrakech. Usciamo alla volta della piazza centrale e ci rendiamo conto che il traffico è molto disordinato. I motorini sfrecciano praticamente su ogni strada, anche quelle più remote.
La piazza è enorme ed è contraddistinta da venditori di succo di arancia e incantatori di serpenti che maneggiano cobra e altri generi di rettili. Si riconoscono dalle trombette che suonano, per cui non è difficile rimanerne a distanza.
Dietro alla piazza si dipanano le strade del suk e dei vari mercati. Le strade sono tutte uguali, i motorini ti sfrecciano di fianco, spesso si trovano cumuli di immondizie sui lati e il caos regna sovrano. Le vie non hanno nome e nemmeno ci sono sulla cartina che ci ha dato il riad. In queste condizioni è matematico perdersi ed è inutile persino chiedere informazioni perchè te le danno sbagliate per portarti da qualche parte o spesso in contrapposizione tra di loro.
Ed è qui che cominci ad odiare Marrakech. Basta pensare alla tranquillità e il silenzio dei deserti attraversati, alla gentilezza delle persone incontrate, ti chiedi perché questa città sia tanto visitata. I prezzi sono enormemente più alti di quanto visto sino ad ora, a partire dal cibo sino agli oggetti. La cordialità è sparita ed è chiaro che chiunque, sopratutto se sembra disinteressato, in realtà voglia da te qualche cosa.
Io qui non vedo più lo splendido popolo del Marocco incontrato fino ad ora. Guardo questo posto e, cortesemente, lo odio.
Torniamo all’albergo per una doccia e usciamo fuori per la cena. La maggior parte dei ristoranti sembrano dei baracconi spenna turisti, ovvero costosi e di scarsa qualità.
Arrivati alla piazza abbiamo una sorpresa: nel centro sono apparse una serie di bancarelle che fungono da ristoranti. Ne scegliamo uno a caso dove io prendo peperoni e melanzane alla griglia e tagina vegetariana. Tutto ottimo, la tagina invece abbastanza buona. Leila prende degli spiedini di carne mista, patate fritte e delle salsicce merguese. Lei dice che è stato tutto ottimo. Il conto finale è ridicolo.
Per toglierci la curiosità saliamo su una delle terrazze a lato della piazza. Il cameriere è scortesissimo sopratutto quando gli diciamo che con i nostri the non vogliamo pasticceria marocchina. Ovviamente una birra è fuori discussione. Beviamo i nostri the guardando la piazza dalla terrazza e l’atmosfera gioiosa ti rimette un po’ in pari con la città.
Inseguito il cameriere per le scale riusciamo a pagare. Il prezzo è molto alto rispetto alla media dei the presi, ma ridicolo se calcolato in Euro.
Facciamo due passi per la piazza. A quest’ora i “camerieri” delle bancarelle sono meno insistenti, per cui scegliamo già il posto per domani.
Giusto per non farmi mancare niente mi faccio un bignè fritto (la nostra ciambella con lo zucchero). Sono 5 MAD, ne diamo 50 e anche farsi dare il resto intero è una fatica. Prima 40, poi 44 infine 45 dopo varie trattative. E ti girano veramente le #####.
Siamo tornati in albergo. Se non fosse stato per le bancarelle credo che la permanenza a Marrakech sarebbe stata un disastro.
Domani giornata piena in città, si vedrà…