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11/09/2013 – Agadir e Taghazout

Lasciamo il b&b e facciamo una breve visita alla piccole Marrakech, ovvero Taroudant, dove abbiamo dormito questa notte. Non entriamo, ma vediamo solo la piazza da fuori, niente di trascendentale, molto più interessante il lungo giro esterno della fortificazione.

Prendiamo la strada ed arriviamo a Agadir. Il traffico si fa molto più intenso, ma riusciamo ad arrivare alla zona degli alberghi sul mare. Facciamo due passi a piedi e ci rendiamo conto di quanto sia brutta questa città, appannaggio dei Club Med e similari.

La spiaggia è forse l’unica cosa carina, molto lunga e poco frequentata. Il mare carino, ma il cielo coperto forse non gli rende giustizia.

Cerchiamo dove fare uno spuntino e troviamo un posto informale. Ordino una omlette, ma non ci sono uova. Cambio con un panino al formaggio che sarà tremendo. Leila prende degli spiedini di pollo che arriveranno con estremo comodo.

Decisamente Agadir non è il nostro posto e ce ne andiamo in fretta.

Arriviamo a Taghazout, una località di mare per surfisti a 15km da Agadir. Ce l’avevano consigliata per i prezzi più contenuti. Gli alberghi sono tutti pieni per cui ripieghiamo su un appartamento. Niente di lussuoso, ma più che confortevole.

Andiamo subito a fare il bagno nell’oceano dove, come da aspettative, troviamo l’acqua gelata. Dentro però si sta bene e facciamo un bagno da un’ora. La spiaggia è una cosa pazzesca. Mi guardo intorno e penso alle nostre spiagge dove vige il divieto di fare entrare i cani. Qui ci sono nell’ordine:

  • sei cani selvatici
  • un cavallo
  • due dromedari
  • una serie infinita di tizi strambi

L’unica cosa che manca nella città dei surfisti sono appunto loro, il mare è piatto e non si cavalcano onde.

La città sarebbe un piccolo gioiello se non fosse mezza diroccata e seppellita dai rifiuti. Sotto il nostro balcone c’è una discarica, ma per fortuna non arrivano odori. Peccato perchè abbiamo anche la vista mare.

Per arrivare in spiaggia si passa dall’odore di pesce molto intenso a quello di discarica, per poi, fortunatamente, non sentire niente di particolare arrivati sulla sabbia.

Dopo il bagno torniamo in camera e dopo la doccia scegliamo un posto per l’aperitivo. La scelta è stata infelice, malgrado la vista del tramonto sul mare ci becchiamo l’odore del pesce. Di birra poi non se ne parla, ma il the non manca mai.

Scegliamo un ristorante guardando i menù, ma anche qui non abbiamo fortuna. La zuppa marocchina viene definita da Leila come immangiabile e difatti torna indietro così com’è. Io la mangio, chiedendomi se è normale che ci sia la pasta dentro. Dopo arriva la peggior tagina vegetariana dalla partenza e una altrettanto scadente tagina al pesce per Leila. Capiamo che tutta la città è strutturata per offrire prezzi bassi, ma anche la qualità relativa.

Dopo passeggiata per la città, ovvero duecento metri andare e altrettanti per tornare.

Insomma, si direbbe un insuccesso su tutta la linea. Be’, non proprio. La città, sopratutto vista dal mare, è veramente carina. C’è una certa tranquillità e il mare è molto bello. Stiamo ancora valutando se fermarci un altro giorno o ripartire, domani vedremo il tempo e decideremo. Del resto il vantaggio di viaggiare senza programmi non è proprio questo?

 

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