bomp.it

03/09/2018 – Port Elizabeth

Secondo giorno dii Garden Route, ma la cancellazione della crociera ha incasinato tutto.

Sveglia, colazione e alle 9:00 siamo al porto di Knysna a registrarci per il giro delle balene presso Ocean Odyssey. A prescindere dal nome infelice e dal racconto che segue premetto che ho apprezzato questa agenzia e che ci tornerei sicuramente.

Alle 9:30 ci caricano su un barchino, questo lo sapevamo perché questa agenzia è l’unica autorizzata ad arrivare in prossimità delle balene. Partiamo e appena usciamo dal bacino di Knysna per entrare nell’oceano le onde diventano impetuose. Iniziamo a vedere le prime balene, ma sono restie a relazionarsi e si immergono appena ci avviciniamo.

Non passa molto tempo prima che il primo passeggero si senta male e tuffi la testa in un apposito catino. La caccia continua, continuiamo a vedere balene che poi si immergono e la gente continua a stare male. Dopo circa un’ora guardo a destra e una tizia vomita fuori dalla balaustra, i catini sono finiti. Mi giro a desta e il paziente 0 continua a vomitare stile esorcista. Ancora più a desta un altro tizio e fuori dalla balaustra. Mi racconta Leila che nel mentre una tizia in fondo alla barca, dietro il posto di guida del comandante è seduta su un catino a fare pupu(?). Sento rumori dietro di me, mi giro e vedo il comandante con la mano sulla fronte che trattiene i conati. È a quel punto che al motto di “Ci siamo giocati il capitano” mi parte una delle più fragorose risate della mia vita, con tanto di lacrime. Il capitano riesce a riprendere posizione, il rientro stile offshore, la tizia non pervenuta. Insomma, di balene pochine, ma raramente mi sono divertito tanto. Col senno di poi mi dispiace di avere riso in faccia al capitano in difficoltà, ma la scena era davvero surreale. Credo che quest’uomo sia preparato a onde e vomito, ma la dedicata sul catino era davvero troppo.

Lasciamo Knysna e continuiamo a ridere fino alla Robberg Nature Reserve, dopo una breve tappa a Plettenberg Bay.

Robberg Nature Reserve ha un paio di trekking di cui il uno è di 6km e porta ad una enorme duna che arriva ad una spiaggia cinta dal mare sui due lati. Purtroppo il percorso è lento e il tempo è poco, abbiano dovuto desistere tornando sui nostri passi senza terminare il loop.

Saltiamo le mete previste e arriviamo al Tsitsikamma park, dove ci dirigiamo direttamente al suspended bridge sullo Stormsriver. Trattasi di un antico ponte sospeso, ma a solo 7 metri dal livello dell’acqua, impallidire di fronte all’omologo che percorremmo in Nuova Zelanda. Finiamo con una breve sosta a base di patatine fritte e la locale birra Castle.

Corriamo a Port Elizabeth, il tramonto incombe. Arriviamo con il buio, il citofono non funziona, ma grazie alla sim comperata possiamo telefonare. Preso possesso della camera alla Blue Guest house a Blue Water, 10km fuori la città. Il gestore ci suggerisce Stanley street a Port dove ci sono parecchi ristoranti. Sono le 20:00 e la città appare già desolata, strade completamente vuote. Quella consigliata invece è un po’ più frequentata.

Scegliamo il Mellas Dim-Sum & Noodles Bar, dove io ordino noodles veggie e Leila al manzo. I miei non sono nemmeno male, ad eccezione di una sorta di brodino sul fondo del piatto. Leila invece dice che i suoi non sono buoni. Beviamo acqua perché alla guest house abbiamo una bottiglia di Viogner da finire in serata.

Paghiamo il posteggiatore abusivo e rientriamo per strade ancora più desolate.

Finiamo la nostra bottiglia e iniziamo a impacchettare, domani ci sarà il nostro volo interno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.